Venerdi 11 dicembre 2020, ore 18.30 – 19.15, webinar trasmesso dalla pagina Facebook del “Festival della Psicologia FVG".
“Come tristezza ed infelicità sono state trasformate in depressione”
Moderatore:
Tiziano Agostini, professore ordinario di Psicologia Generale, Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste
Relatore:
prof. Tullio Giraldi, già ordinario di Farmacologia presso l’Università di Trieste, Visiting Professor al King’s College di Londra. Psicologo e biologo
Descrizione
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è in atto un’epidemia di depressione, che è salita ai primi posti della graduatoria delle cause di disabilità e di morte, poco sotto le malattie cardiovascolari ed il cancro. E’ questa una vera diffusione epidemica della depressione quale malattia mentale, con una solida ed indiscutibile diagnosi strumentale? Oppure è la creazione da parte della Società Americana di Psichiatria di una nuova categoria diagnostica, il “disturbo depressivo maggiore”, estremamente inclusiva e che è responsabile dell’epidemia di “depressione” di cui è divenuta sinonimo? La diagnosi di “disturbo depressivo maggiore” si è sostituita a quella della rara e seria melancolia nota dai tempi della medicina greca Ippocratica e successivamente denominata depressione endogena o vitale.
E’ avvenuta così la medicalizzazione di quelle variazioni dell’umore non patologiche, quali tristezza, infelicità e scoramento, che si verificano durante l’adattamento fisiologico ad eventi di vita di rilievo. I disturbi depressivi hanno così causato anche la corrispondente esplosione nella prescrizione di psicofarmaci.
Con lo sviluppo delle neuroscienze, le psicoterapie ad orientamento cognitivo comportamentale hanno trovato largo impiego per il trattamento della “depressione”, ricevendo accuse di riduzionismo meccanicistico, ed affiancandosi agli altri approcci già impiegati di impronta psicodinamica, interpersonale ed umanistica. La “mindfulness”, e la sua integrazione nella psicoterapia cognitivo comportamentale, ha avuto recentemente uno stupefacente sviluppo, e rientra in questa visione critica.
Resta alla fine aperta la domanda di quanto siano “appropriate” queste risposte di natura medica e psicologica, quali soluzioni ai cambiamenti di umore nel corso del confronto con le difficoltà di vita, anche esacerbate dagli attuali sviluppi della globalizzazione.